sabato 1 dicembre 2012

Holy Motors (cronache torinesi 1)




Prima dell’altro giorno non conoscevo Leos Carax. A quanto mi si dice, si tratta di un regista francese che esordisce negli anni ottanta con il film “ Boy Meets Girl”. Sucessone a Cannes viene considerato un enfant prodige e la nuova promessa promettente del cinema francese. Ovviamente (come succede spesso in questi casi) la promessa viene un po’ meno. Arrivato al terzo film infatti la sua carriera peggiora un po’.

Una ripresa la si vede con il film ad episodi, e (sempre a quanto mi si dice) con l’ultima sua opera Holy Motors che ha raccolto diversi consensi a Cannes.



A Torino Film Festival 30 ho visto tale suo film e enfant prodige o non prodige (o non enfant) ho deciso che Carax entra nel mio pantheon di registi preferiti, anche se tutti gli alti suoi film dovessero farmi schifo.

E’ molto difficile per me scrivere qualcosa su Holy Motors senza raccontare nulla della trama e contemporaneamente non voglio raccontare molto perché è un film che va scoperto in sala. Holy Motors è uno di quei film che vanno interpretati ed è anche bello vederli in gruppo proprio per confrontare le proprie interpretazioni a fine serata. Ma questo non deve scoraggiare i più tenaci, perché la messa in scena è fantastica e il ritmo non manca. C’è sempre voglia di sapere cosa succederà “poi”, anche se il quadro di tutto non è mai chiaro e forse non lo sarà mai. 



Vi basti sapere che è un film visionario, mette in scena mille storie per raccontarne una, la bellezza del gesto, un cinema buio con tutti gli spettatori ad occhi chiusi, la limousine infinita, gli occhi chiusi, un cane gironzola, la bellezza del gesto, la bellezza del gesto…



1 commento:

Anonimo ha detto...

Sei bellissimo