Luftrausers è il classico esempio di quel tipo di gamedesign
che si esprime per sintesi, tutto ha un equilibrio quasi millimetrico ed
estremamente calibrato. Un solo livello ciclico in orizzontale e delimitato in
verticale da due zone "mortali", nemici che appaiono secondo pattern
semi casuali in progressione di difficoltà e due tasti con cui gestire tutto
(sparo e accelerazione). Non c'è bisogno d'altro. Il controllo dell'aereo è
molto classico e immediato: destra e sinistra lo fanno ruotare, il tasto "su"
oppure il grilletto destro accelerano permettendo al velivolo di vincere la
forza gravitazionale della quale è sempre vittima (e con la quale bisogna
sempre fare i conti per ogni singola manovra).
La salute non è segnalata da un
hud ma è desumibile dai danni dell'aereo stesso espressi tramite delle fiamme, una sirena d'allarme e un preoccupante
occhio di bue che si stringe rapidamente su di noi. Tutti segnali ansiogeni che
permettono di capire lo stato in cui si è senza bisogno di ricorrere a barre o
a numeri ma sopratutto senza staccare gli occhi dall'azione che si sta seguendo.
Si può ripristinare la salute semplicemente smettendo di sparare, una scelta
geniale non solo per limitare l'abuso dell'autofire ma anche per rendere più
difficile l'accumulo di punti tramite combo (se continuo a sparare faccio combo
e incremento lo score ma mi tengo tutti i danni e rischio di morire subito).
Fuori
dall'area di gioco c'è un "hangar" dedito alla composizione del
velivolo che si vuole usare. Tale velivolo è composto da tre parti: Arma, corpo
e motore. Ognuna di essere è caratterizzata da una feature particolare.
All'inizio sono disponibili solo le parti standard ma con un paio di partite si
potranno già sbloccare componenti dotate di abilità particolari. Come il laser
che rallenta la rotazione mentre si spara ma aumenta la portata e la concertazione
di fuoco oppure il corpo che rende immuni dagli attacchi fisici dei nemici
(melee) ma riduce sensibilmente la quantità di salute o anche un motore dalla
spinta più potente ma di difficile controllo durante le manovre più complesse.
Le combinazioni possibili (quindi di fatto gli aerei che si possono comporre) sono
più di un centinaio, senza contare che ogni componente porta con se un certo
numero di "missioni" definite da obbiettivi precisi come: distruggi
una determinata nave in max combo, oppure abbatti un tot numero di aerei in una
sola partita. Questo sistema di personalizzazione aumenta in modo esponenziale
la quantità e i tipi di approccio che il giocatore può avere in Luftrausers
incrementando di riflesso sia la longevità sia la varietà di situazioni.
Infatti vi capiterà presto di studiare ogni composizione dell'aereo in funzione
delle missioni e degli obbiettivi che vorrete portare a termine: Devo riuscire
ad affondare più navi possibile usando lo sparo a ventaglio? Allora ci combino
il corpo che mi permette di sganciare bombe in automatico di modo da avere un aiuto
in caso di bisogno. Devo far fuori più nemici possibile senza aprire il fuoco
mentre equipaggio il corpo che mi rende immune dagli attacchi melee? Allora
imposto il motore che mi permette di andare sott'acqua senza danni così da
avere più mobilità.
La presentazione è stupefacente nel suo riflettere
asciuttezza del gameplay stesso. Di fatto il gioco si compone di semplici
silhouette stagliate su uno schermo sostanzialmente monocromatico in un'affascinante
scala in color kaki. In realtà sono sbloccabili ,tramite il punteggio, diverse
palette composte da abbinamenti improbabili se non proprio dannose per la
vista! Una scelta che ha quasi del masochistico compiuta forse per scoraggiare
sessioni troppo prolungate. Infatti, se proprio lo dobbiamo trovare un difetto
a Luftrausers, questo sta nel suo essere dannatamente "addictive"
ovvero di creare una dipendenza quasi pericolosa. Mai iniziare una sezione
mentre si è in bagno (nel caso di psvita e dispositivi portatili), si rischia
di rimanere sulla tazza a prendere freddo per diverse ore. Mai fare una partita
quando si hanno cinque minuti liberi, se no si rischia di mangiarsi il tempo da
dedicare alle faccende più importanti.
Di fatto il videogame dei Vlambeer concretizza
il classico paradosso videoludico dell'offrire una grossa profondità mettendo
sul piatto poco, consacrando così la vecchia filosofia dell'arcade anni 80,
nella quale l'immediatezza e lo studio profondo delle meccaniche di gioco bastavano
per garantire ore e ore di grande divertimento e passione.
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