martedì 12 giugno 2007

A Prova di Cinema!


Mi dicevo, finalmente un altro film. Lo attendevo con ansia e non mi ha deluso. Dopo l’amaro in bocca che mi lasciò Kill Bill, Grindhouse: Death Proof mi ha proprio rincuorato. Come Kill Bill ma più di Kill Bill, anzi, meno contorto del film precedente in due volumi. Il film della sposa sembrava un po’ un serpente che si morde la coda nel suo parassitarsi ad altro cinema in un circolo vizioso di citazioni, ma Death Proof, pur della stessa natura, acquista un’autonomia propria o almeno così mi è sembrato.

Siamo sempre davanti al solito minestrone Tarantiniano di generi e film culto, ma il sapore e più classico e meno rivoluzionario di alcuni film precedenti, e ciò non deve per forza essere preso come un male. Se devo fare degli accostamenti, posso dire che Death Proof è un incrocio tra Jackie Brown (il più classico e il più ingiustamente sottovalutato dei film di Queintin) e Kill Bill.

Il meccanismo di suspense funziona, il ritmo, anche se un po’ dilatato (come in Jackie) e buono e, come al solito, i dialoghi Tarantiniani incollano allo schermo anche se parlano di banalità. Forse ciò è dovuto al fatto che sono intrinsecamente intelligenti e confidenziali, forse perché tutte le volte che Quentin scrive un dialogo non fa parlare i personaggi tra di loro, ma fa parlare se stesso con il pubblico (in realtà tutti i film scritti bene lo fanno ma con tarantino la cosa è molto più accentuata).

L’inquadratura più bella: Stuntman Mike(un grande Kurt Russel) che a metà film, prima della carneficina, guarda in macchina e ammica allo spettatore con un sorriso (Godard!). Sembra quasi dirci: “Ehi la! Sta per arrivare qualcosa di grosso e non vi deludero!”. E infatti…


Scena più bella: Incidente d’auto. Senza rovinare troppo la trama; la carne delle ragazze macellata e trapassata dalle lamiere falliche dello strumento maschile per eccellenza (l’automobile) non è una cosa nuova (Cronemberg?) ma Quentin la propone alla sua maniera. Frammenta il tempo (solo per questa scena) e crea un caleidoscopio di punti di vista più veloce cattivo ma allo stesso tempo divertito che nelle sue precedenti opere.

Del resto abbiamo un Thriller che si appoggia ai soliti film di serie B degli anni 70, ma anche a classici del passato. Abbiamo degli errori volontari di montaggio, abbiamo la pellicola che si rovina, abbiamo delle sequenze tagliate volutamente male ecc…

L’unico amaro in bocca che mi resta, è il fatto di non poterlo vedere accanto a Planet Terror e ai trailer farlocchi, come era previsto dal progetto originale!

E’ cinema che parla di se stesso, ma facendo così parla anche delle nostre paure e perversioni. Da andare a vedere anche (e soprattutto) se siete feticisti di culi e piedi!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Davvero non ti è piaciuto kill bill?
Grindhouse ancora non l'ho visto, ma cercherò di rimediare al più presto.
Comunque sono d'accordo con te che Jackie Brown sia, e mi chiedo perché, molto sottovalutato tra i film del geniaccio.

NEO-GEO ha detto...

diciamo che Kill Bill è il film di Tarantino che mi è piaciuto di meno. Lo trovo un po' troppo esagerato e un po' troppo "fine a se stesso".