lunedì 25 giugno 2007

Vita in Loop (Space Invaders 2003)



Il videogioco è superficiale. Non pretende mai di cogliere la realtà nel suo complesso (come fa di solito il cinema) ma si accontenta di riproporne una immagine stilizzata.

Quello che vediamo sullo schermo è solo rappresentativo, alle volte fatica anche ad essere riconosciuto per quello che deve essere. E’ un rimando, un simbolo.

Quello che vediamo sullo schermo ha lo stesso spessore di un foglio di carta. Quasi inconsistente ed etereo, è solo un’ombra digitale.

Il giocatore non si chiede mai il perché delle sue azioni, gli basta sapere che le deve fare, la ragione è solo accessoria. Alle volte (ma forse quasi sempre) lui stesso per vincere (o progredire nel gioco) compie gesti meccanici a ripetizione che a lungo andare diventano quasi automatici.

L’umano per giocare con la macchina si deve tramutare in macchina egli stesso. Che forse perda la sua umanità?

Pigiare un tasto è un’azione vuota che ha conseguenze sul mondo virtuale ma non in quello reale. Quello che succede alle ombre interessa solo in parte il giocatore, che può smettere quando vuole di interessarsi a tale mondo digitale.

Mondo digitale invece, surrogato della realtà, non po’ smettere di interessarsi di se stesso. Perché oltre a lui non esiste nient’altro.

Entrare in un videogioco è come entrare in un loop.

La vita di un videogioco è una vita in Loop

Il video di intitola "Space Invaders 2003", ed è oprea del game designer e musicista Ken Ishii!

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