mercoledì 13 giugno 2007

Il Cielo di Carta



L’altra sera tutte le pizzerie da asporto erano chiuse. Si stava facendo tardi e io e la mia compagnola eravamo in un po’ in crisi visto che volevamo anche spararci un film. Il film era, per me una sorpresa ovviamente.

Una breve e fulminea decisione ci portò alla rosticceria cinese. Tra un pollo alle mandorle e degli spaghetti di riso alle verdure lei mi mette su il film.

E’ un film che qui in questa dimenticata provincia non è mai passato al cinema. “Stranger Than Fiction” (in questo momento non posso proprio ricordare il titolo “grande” titolo italiano).

Il film è con Will Ferrell (vi picchio se non lo conoscete!) Emma Thompson e il mitico Dustin Hoffman!

Il menu del DVD si blocca su questa inquadratura. Ed è l’inquadratura più bella di tutto il film. La più significativa.

Ora ; la trama parla di questo impiegato del fisco che si trascina da casa al lavoro in una malinconica vita di routine e di solitudine, dove tutto è perfettamente scandito dal suo orologio da polso (personaggio chiave della pellicola).

Tutti inizia a cambiare quando, il personaggio (Will) inizia a sentire la stessa voce fuori campo che sentiamo noi spettatori.

Ormai siamo abituati al Metacinema (cio è ad un cinema che parla di se stesso senza nasconderci di essere finzione), ma incentrare una commedia su questo meccanismo è una mossa a mio avviso abbastanza coraggiosa.

La voce che sentiamo noi e lui non è di altri che del personaggio (non ricordo i nomi scusate) della Tomson, eccentrica scrittrice in crisi perché non sa come fare morire il prossimo personaggio del suo romanzo. Avete gia capitò come il dramma prosegue no? Will, sentendo la voce profetizzare un suo futuro decesso, farà di tutto per evitare che ciò avvenga.

Ci sarebbero tantissimi spunti interessanti in questa trama in questa idea, il film però si limita a ridurre tutto nella classica commedia americana provvista di morale lasciando un po’ da parte il possibile ruolo della funzione nella nostra società.

In ogni caso è l’inquadratura più bella che sintetizza questo concetto. La facciata, o meglio quello che noi ci illudiamo dentro noi stessi. A volte capita di illuderci di fare finta che tutto vada bene quando in realtà abbiamo grossi problemi, e enormi lacune nella nostra vita. Allora ci troviamo come Will in questa inquadratura.

Quando i capi di Will capiscono che in lui ce qualcosa che non va, lo mandano subito da uno psicologo che dentro al suo officio tiene una parete con sopra dipinto un cielo e delle nuvole. Lo psicologo logicamente dice solo banalità ed è proprio qui quanto può essere inconsistente il muro di finto cielo che ci costruiamo alle spalle per sembrare più felici, per mascherare noi stessi.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho capito se ti è piaciuto, oppure no...a me sì :'((((!

NEO-GEO ha detto...

certo che mi è piaciuto!

Anonimo ha detto...

Guarda, mi capitò tra le mani la sera scorsa e poi andò a finire che non lo presi.
Mi sa che stasera rimedio. ;)

Anonimo ha detto...

Steve Carrell ->> http://www.evanalmighty.com/ !
^_^

Unknown ha detto...

Interessante :)

Ehi, stai un po' più attento ai refusi, in questo blog... ripetizioni, frasi dal senso capovolto perché ti sei dimenticato o hai aggiunto qualcosa... su, su, che per il resto sei una buona lettura ;)

NEO-GEO ha detto...

Azz, lo so! Sono un po' distratto! ^_^'
Cmq grazie per i complimenti Stm!