sabato 30 novembre 2019

Videogiocare con Lentezza #001 - Remothered: Tormented Fathers



L'altro ieri mi sono deciso a giocare e finire Remothered: Tormented Father, me lo stavo tenendo in serbo da un po' visto che mi piacciono molto i giochi di questo genere.

Innanzitutto ho apprezzato che l'estetica tragga in parte ispirazione da alcuni film horror italiani anni 70 che è una cosa un po' meno "usuale", anche se non ho capito perché la protagonista sia praticamente un clone della Jodie Foster anni 80.

Fondamentalmente è diviso in due parti, (tre se si conta il prologo) Una più "libera" dominata da una forte componente Stealth, debitrice di titoli come Clock Tower(SNES). Haunting Ground (PS2) e anche un po' Amnesia, l'altra decisamente più lineare.

Delle due però ho apprezzato molto di più la seconda. Purtroppo la parte più libera (che sembrava essere quella più "interessante") è minata da quelli che a me sono sembrati difetti più strutturali. Ho trovato un po' troppo approssimativa la fase stealth, nella quale il gioco ti satura di oggetti per distrarre gli stalker ti costringe a impararti a memoria la mappa della casa (non troppo grande a dire il vero). Il problema sta nella grossa ripetitività delle situazioni e nell'eccessiva presenza randomica degli stalker combinata ad un backtraking esageratamente forzato.

Il fatto che le azioni per sbarazzarsi degli stalker siano sempre quelle e che quest'ultimi siano sommariamente non troppo diversi nel comportamento e nelle caratteristiche, banalizza la loro presenza, smorzando di molto sia l'effetto sorpresa sia l'angoscia che deriva dal sentirli arrivare. In parole povere il gioco smette di fare "paura" molto presto.

Interessante la meccanica del suono che attira i nemici che in alcuni momenti è forzato, costringendoti a trovare riparo e riprogrammare il tuo schema mentale sul momento. In realtà ho apprezzato anche la presenza di qualche, seppur facile, enigma, anche se ad un certo punto si scade nel classico errore da avventura grafica "fai questa azione senza senso solamente perché è l'unica cosa che puoi fare" .

La seconda parte guidata e lineare è un po' più "banale" ma secondo me più efficace e di conseguenza anche più "divertente", insomma funziona meglio, anche se vanifica un sacco di cose introdotte nella prima. Ad esempio i checkpoint specchio che permettono di salvare e curarti, le decine di cassetti vuoti (perché metterli se dentro non c'è mai nulla?), i tantissimo oggetti per distrarre (che a ben vedere possono anche non essere mai usati per tutto il gioco), gli oggetti di difesa potenziatili (buona idea quella di costringere a scegliere tra durata e ed efficacia anche se la prima paga di più) ecc... nella seconda parte tutta questa roba svanisce nel nulla.

Alcuni appunti da fare anche sui controlli: gli hotspot alle volte sono davvero difficili da far comparire anche se siamo nella posizione giusta. Alcune azioni invece non mi pare vengano illustrate nel tutorial, tipo il fatto che gli oggetti si possano tirare, ma questa potrebbe essere stata una mia mancanza di attenzione (chiedo scusa in anticipo se è così). Anche le animazioni alle volte non sono proprio riuscitissime, tipo la camminata di default della protagonista che (lo devo confessare) in un primo momento mi ha suscitato un po' di ilarità.


Per quanto riguarda il lato della storia non ho molto da dire. Mi piacciono i misteri da risolvere quindi seguo con piacere, ma non mi sono sentito troppo preso dalla drammaticità del tutto. Forse avrei preferito una caratterizzazione un po' più approfondita almeno della protagonista, ad esempio sapere il perché è lì ed è così determinata ad andare infondo alla faccenda, non mi pare sia mai esplicitato in modo chiaro.

Nonostante la frustrazione delle fasi stealth e tutti questi difetti l'esperienza mi comunque piaciuta. Sono curioso di vedere cosa si potrà combinare nel gioco successivo.

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