martedì 3 settembre 2013

Yesterday AKA New York Crimes



Giocare ad un videogioco è ovviamente un’attività rilassante. Produrre e sviluppare un videogioco, di contro, costituisce un lavoro davvero arduo, soprattutto in tempi recenti. E’ facile notare che negli ultimi anni sia entrata in uso la modalità produttiva di realizzare avventure grafiche in forma episodica. Per quanto questo possa sembrare un vezzo oppure una moda, nei fatti è diventata una delle modalità più pratiche e soprattutto sicure per realizzare questo tipo di videogiochi. E’ facile per chi gioca solo, lamentarsi del fatto di non poter usufruire di un’avventura completa e dover spettare mesi per vedere la conclusione di una storia. Mentre per molti piccoli sviluppatori diventa più sicuro (in quanto ad investimenti) dividere la sua opera in tante piccole parti per rientrare più velocemente nei proibitivi costi di produzione. E chi invece tenta (per un motivo o per un altro) di fare giochi “completi” come usava un lustro fa? Beh rischiano di partorire cose come Yesterday, conosciuto in Italia come New York Chrimes!

Chiariamoci: I Pendulo studios sono un team ormai affermato nel settore delle punta e clicca. I loro giochi hanno riscosso sempre un enorme successo tra gli appassionati e, nel bene e nel male, hanno sempre portato avanti un proprio stile caratteristico ed una direzione artistica peculiare. Però è facile notare nelle loro ultime produzioni qualche piccola difficoltà nello sviluppare e produrre un’opera completa. Yesterday è un gioco dalle premesse molto interessanti ma che, nei fatti, fa i conti con una situazione produttiva non priva di problematiche. Parecchi sono i segnali rivelatori di un progetto partito “grande” ma poi ridimensionato in qualcosa di più modesto. Il sintomo più evidente è senz’altro quello della durata. Ma andiamo per gradi.


Trama, quello che funziona:

Buona idea. La trama di Yesterday è molto meno banale della media. I Pendulo tentano di fare il salto di qualità con temi un po’ più maturi. Yesterday racconta la storia di tre personaggi legati tra di loro da eventi violenti e da un rapporto morboso. Vengono introdotti temi abbastanza impegnativi come le malattie mentali, l’esoterismo connesso alle filosofie orientali, il tema della reincarnazione e alcune possibili riflessioni sulla morte e la vita. Le basi per tirare fuori una buona storia accattivante dalle tinte fosche c’erano tutte.

Trama, quello che non funziona:

Il modo con cui è narrata la storia. La cosa migliore di tutto il gioco rimane l’incipit. In esso, prendiamo il controllo di ben due personaggi diversi. Siamo protagonisti di una scena molto tesa, l’azione con un personaggio (Henry White) si interrompe per passare poi ad un secondo (Samuel Cooper) che deve aiutare il primo. Il meccanismo della suspance funziona, perché Henry viene catturato da due pazzi e questa azione viene interrotta sul più bello. Si passa al punto di vista di Cooper che, ignaro di tutto, deve soccorrere l’amico in pericolo. Il giocatore, rispetto al suo personaggio, conosce già l’ambiente, è già a conoscenza dei possibili pericoli, questo gli permette di provare una tensione maggiore nei confronti di quello che starà per succedere, proprio perché si aspetterà che qualcosa di brutto possa succedere anche a Cooper. Il meccanismo di suspance quindi è oliato a dovere. Come se non bastasse il tutto finisce non con uno ma ben due colpi di scena che lasciano spiazzati. La costruzione delle prime battute di gioco viene rovinata solo da alcuni enigmi un po’ fuori contesto, ma la trama è tesa come una corda di violino e tiene incollati allo schermo.



Finito questo, però, il gioco perde tutto il suo appeal. Nell’avventura vera e propria prendiamo i panni di un terzo personaggio, John Yesterday, che non ci viene introdotto in nessun modo: non uno straccio di flashback, non una spiegazione del chi è, perché è li, se non uno sparuto dialogo. La cosa grave è che questo individuo si rivela essere il protagonista principale per tutto il resto dell’avventura. Non può funzionare un’immedesimazione del giocatore se non gli si fa conoscere bene l’avatar che deve interpretare. Ci si sente buttati “dentro” un personaggio senza sapere niente di lui. Questo può andare bene in giochi come Monkey Island, dove il primo personaggio che vediamo è Guybrysh e il contesto non richiede particolari approfondimenti (ci basta sapere che è un ragazzo e vuole diventare un pirata). Di contro, nelle battute iniziali di Broken Sword, il giocatore scivola dentro i panni di George dolcemente, gli viene introdotto il suo modo di pensare, la sua voce, il motivo per il quale è li. Insomma in un gioco dal contesto narrativo complesso ha bisogno di caratterizzare bene i personaggi principali.

John arriva per terzo e non ha appeal, elementi che ce lo facciano “piacere” o che lo caratterizzino come accattivante. Ed è triste notare che così sarà per tutto lo svolgersi del gioco, malgrado i grossi colpi di scena che riguardano il suo passato. C’è da dire che andando avanti nel gioco si capisce che la storia di John Yesterday è ricca di misteri, ma questo non giustifica per niente la mancata caratterizzazione iniziale del protagonista che, mi rincresce a dirlo, rimane cruciale. Sarebbe bastata qualche inquadratura di John che si sveglia in un letto da ospedale, qualcosa che ci facesse capire che il punto di vista della storia sta cambiando. E invece ci vediamo catapultati nel corpo anonimo di un personaggio mai visto con una spiegazione posticcia attraverso un povero dialogo nell’ufficio di Henry.


Ma questo non è il solo salto narrativo con cui dobbiamo fare i conti. In tutto Yesterday si sente il perenne bisogno di avere più informazioni, più tempo par far macinare la storia. Invece tutto procede troppo celermente, tutto galoppa costantemente. Non abbiamo tempo neanche di approfondire il passato amoroso di John o di capire le connessioni con i vari personaggi che incontrerà. Si ha la sensazione che pure le ambientazioni vengano sfruttate poco. Ad esempio di Parigi non vediamo nulla se non un po’ di panorama, una anonima stanza d’albergo e un negozio di antiquario. In più abbiamo note stonate come un insistito flashback ambientato in Tibet che non ha nulla a che fare con la storia che stiamo vivendo, proprio perché manca una forte connessione narrativa. L’ambientazione di Yesterday è molto urbana e quindi l’esoticità del Tibet stride fortemente con l’atmosfera del gioco. Tutto questo avrebbe avuto un senso se ci fosse stato qualche raccordo in più che rendesse sensato il richiamo a queste sessioni. In effetti, a guardare bene, si nota un filo logico che connette il Tibet alla storia attuale, ma esso rimane troppo debole agli occhi del giocatore, perché non è sviluppato a dovere.

Non aiuta anche il fatto di premettere l’uso di tre personaggi dalle caratteristiche diverse (Henry intelligente, Cooper forte, John un’altra abilità che non posso dire) per poi far usare al giocatore solo uno dei tre per la stragrande maggioranza del gioco. Anche qui si nota che delle possibili sezioni con i due personaggi dell’inizio sono state tagliate dal prodotto finito. Insomma, il problema di Yesterday non è tanto che duri poco in se, ma che duri poco rispetto al progetto che c’era dietro. Un’avventura grafica può durare anche meno di dieci ore, ma se rimane coerente e la sua storia è pensata per essere corta allora non ci sono problemi. Basta vedere i giochi Ammanita come Machinarium. Yesterday è invece un gioco pensato per essere grande ma mutilato in qualcosa di più piccolo.


Grafica, quello che funziona:

Parlando dell’aspetto grafico i Pendulo hanno talento. Obbiettivamente non si può dire nulla a Yesterday da questo punto di vista, almeno per quanto riguarda gli sfondi che sono davvero di impatto e ben disegnati, come anche le animazioni dei singoli personaggi. Anche l’uso dei colori è sempre ben dosato e cosciente. Ottimo lavoro da questo punto di vista

Grafica, quello che non funziona:

Mi rendo conto che possa essere un parere soggettivo ma lo stile con cui sono disegnati i personaggi stride parecchio con l’atmosfera del gioco. I pendulo hanno la tendenza a disegnare personaggi dall’aspetto deformato un po’ in stile cartoon. Questo funziona in maniera ottima in Hollywood Monster 2, dove questo stile si sposa in maniera perfetta con il tono scanzonato e leggero del gioco. Qui invece abbiamo tinte molto fosche e tematiche davvero scottanti e mature, vedere il protagonista con la testa a imbuto o Cooper con la facciona uguale al simil-mostro di Frankenstein di Hollywood Monster rovina un po’ il pathos. Mi rendo conto che la volontà era quella di dare un taglio da “fumetto” un po’ come succede con il The Walking Dead, ma la serie Tell Tale mostra comunque uno stile misurato e maturo che non deforma troppo i visi e i corpi dei protagonisti.


Enigmi:

Obbiettivamente ci troviamo davanti alla classica avventura Pendulo con i suoi enigmi di stampo molto classico basati molto sulla raccolta e combinazione di oggetti. Altra caratteristica dei giochi Pendulo è quella di proporre una struttura molto rigida dove si deve rispettare un ordine insindacabile con cui effettuare le azioni. Nonostante questo non ho trovato troppi rompicapo fuori contesto o esageratamente stupidi. Tranne qualcuno dell’inizio, come il quiz sulle mosse degli scacchi, completamente fuori contesto oppure l’uso della tastiera musicale. Per il resto ci troviamo di fronte a quella che è la prassi per il genere, nessuna situazione particolarmente originale.

Conclusioni:

Yesterday è una grossa occasione mancata. Il soggetto era un scrigno di buone idee che però rimangono solo potenziali. Nulla mi toglie dalla testa che fosse in programma un gioco molto più lungo con molti più snodi narrativi, alcuni personaggi sono solo accennati, altri vengono introdotti in fretta e furia per poi essere congedati altrettanto velocemente. Manca poi una forte connessione tra i vari episodi narrati e un mancato sfruttamento di tutti e tre i protagonisti. Probabilmente, se i pendulo avessero avuto modo di spezzare Yesterday in una serie ad episodi forse sarebbero riusciti a sfornare un prodotto longevo duraturo e soprattutto dall’ottima atmosfera e da una trama non banale con tematiche poco sfruttate nell’ambito delle avventure punta e clicca.

4 commenti:

cooksappe ha detto...

1 ottima dritta

Anonimo ha detto...

Possiedo.

BananaJoe ha detto...

Ciao Neogeo82, ti scrivo qui perchè ho visto che i commenti su Youtube risalgono tutti a svariati anni fa...ma quando ricomincerai a fare video per il canale? L'ultimo, quello del logo che poi non è neanche una recensione, risale a mesi e mesi fa :(

NEO-GEO ha detto...

BananaJoe. Scusa se non ti ho risposto subito ma non sono venuto qui molto spesso ultimamente. Comunque potevi scrivere anche su youtube, non farò molti video ultimamente ma ci sono ancora! :)
Per quanto riguarda i video mi dispiace non essere molto frequente, portano via sempre un po' di tempo e ultimamente ne ho sempre di meno. Tornerò comunque, sia su Shion che su Steam Radiers. Grazie per l'interessamento ci sentiamo presto! :)