martedì 12 febbraio 2008

Nelle Terre Selvagge



Spingersi al confine ed andare oltre. Ormai l'occhio del cinema va oltre l'umano e il suo essere.

Alex rinasce cresce matura muore e si dissolve nella natura. Un viaggio raccontato e seguito da quell'occhio iper-realista che è l'obbiettivo.

Alex vuole l'Alaska non perché è un luogo lontano, ma perché è il luogo che è dentro di lui, un luogo che è sempre stato dentro di lui, il più lontano ma allo stesso tempo più vicino.

Le terre selvagge, lontano dalla ideologia consumistica, dalla civiltà iper-organizzata inquadrata e ipocrita (incarnata dai genitori), sono un luogo mistico e magico. Un luogo dove la vita riprende, ha un sapore nuovo e vero.

Le terre selvagge sono la verità.

Ma sono anche un luogo che non perdona, che lascia da soli. Alex è una viaggiatore, una sorta di figura cirstologica che illumina e si lascia illuminare chiunque e da chiunque incontra. Ma si spinge troppo al di la di se stesso. Non si accorge che la vera felicità della vita non è solo ed esclusivamente dentro se stessi.

La verità è anche qualcosa che si costruisce assieme agli altri, nei rapporti con esseri umani e non solo con la natura.

Per questo la verità lo punisce e gli impedisce di tornare.

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